La notte porta consiglio erano soliti ripetere i nonni… È usanza comune pensare che il riposo notturno possa influenzare le decisioni e che dormendo possano giungere ispirazioni se non addirittura soluzioni ai problemi che alla luce del sole appaiono insormontabili. Presso molti popoli dell'antichità era usanza dormire nei templi per poter comunicare con gli dèi, chiedere consiglio, ricevere oracoli o essere guariti dalle malattie. Il sonno, spesso indotto con sostanze che stimolavano l'attività onirica, diventava il tramite con il mondo soprannaturale. Nell'antica Grecia si credeva che i sogni nascessero sottoterra e poi prendessero forma nel mondo reale. Sognare era un modo per conoscere ciò che sarebbe accaduto da lì a poco. Il sonno sacro era detto incubazione (dal latino incubare, dormire) e veniva praticato in appositi luoghi di culto. Nei templi di Asclepio (Esculapio per i romani) si dormiva stesi per terra, in prossimità di fratture del terreno, naturali o artificiali, da cui si narra che fuoriuscissero serpenti sacri che avvolgendo il dormiente lo avrebbero purificato e guarito da ogni malattia. Un’usanza simile era comune anche presso gli antichi fenici nei templi dedicati al dio Eshmun. L'incubazione veniva praticata anche presso il popolo ebraico, la Genesi ci racconta del sogno profetico di Giacobbe presso Bethel. Nel Nuovo Testamento, Giuseppe riceve da un angelo in sogno l'avvertimento di fuggire in Egitto predicendo l'imminente strage degli innocenti. Il cristianesimo non soppiantò del tutto le usanze pagane, durante il Medioevo fu possibile dormire nelle chiese per ottenere grazie ed entrare in contatto con i santi. Risale al 1248 un'ordinanza che prescriveva ai malati il dormire in un'apposita cappella presso la cattedrale parigina di Notre Dame. In ogni caso, se il materasso non è comodo, chissà che consigli sballati può portare la notte…